«In un momento di crisi economica come l’attuale – ricorda ancora Marchiafava - è fondamentale proporre investimenti che promuovano nuovi modelli di sviluppo armonici con l’ambiente. Il rapporto costi-benefici stimato per il progetto Ven.To. è assolutamente vantaggioso verso i benefici. Ritengo infatti che si possano generare vere e proprie opportunità di crescita economica diffusa e durevole in armonia con il paesaggio e l’ambiente che possono favorire il fiorire di varie economie locali di piccola-media impresa turistica, di agriturismo, di valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale e ambientale del Paese, lungo le sponde del Po e nelle città». Ma cos’è esattamente la ciclovia Ven.To.? «E’ innanzitutto un progetto di sviluppo – precisa l’assessore che, oltre alla delega al Turismo ha anche quella alle Politiche per lo Sviluppo Economico – ma Ven.To. è anche una concreta e stabile occasione di occupazione e rilancio economico dei territori attraversati. Andare in bicicletta non è uno sfizio di pochi, ma è uno dei modi per muoversi, viaggiare, andare a lavorare e a studiare. Le ciclovie non sono accessori di una società agiata o di una cultura che non ci appartiene, ma sono infrastrutture come le altre idonee per tutte le culture». VENTO non è un progetto locale, ma un progetto italiano: sono infatti 679 chilometri di ciclabile, ma sono anche 679 chilometri di green economy, di green jobs e potenziale crescita dell'economia. Centinaia di migliaia potrebbero essere i nuovi flussi di turisti lungo VENTO, che diverrebbero il motore per tante economie diffuse e per far ripartire la crescita. Vere green economy per le aziende agricole – 14mila sono quelle attraversate dal progetto – per le attività ricettive e per le attività commerciali.